Un altro capitolo decisamente importante della nostra storia, e per nostra intendiamo quella legata al mondo del Vespa Club d’Italia, si è compiuto tra il 26 ed il 29 agosto scorsi: la 13° edizione del Giro dei Tre Mari. Un grosso respiro di sollievo al momento della partenza, incerto almeno fino a qualche settimana precedente, per il temuto aggravarsi della situazione covid che avrebbe potuto anche mettere in discussione la manifestazione che, ricordiamolo, ha percorso tutte le regioni del sud Italia: Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania. Un respiro di sollievo alla partenza dicevamo, ma anche all’arrivo dopo i 1050 chilometri percorsi perché tutto poteva succedere ma invece il programma è stato rispettato ed i tre giorni di gara sono trascorsi senza intoppi a parte qualche incidente ma con relativamente poche conseguenze per i piloti.
Sono almeno quattro anni che la Direzione Sportiva vuole fare ripartire la più significativa e prestigiosa manifestazione sportiva che il Vespa Club d’Italia abbia mai messo in campo. Ore di discussioni e colloqui con vari Club, poi la designazione di chi avrebbe dovuto accollarsi in prima persona l’organizzazione, poi la definizione del luogo di partenza e del percorso, per economizzare al massimo tempi e costi che non sono assolutamente da sottovalutare se vogliamo avere un buon riscontro partecipativo sia dall’Italia che dall’estero.
Alla fine, la richiesta dell’uso del marchio, di proprietà di Roberto Donati e Paolo Zanon che anni fa, con notevole lungimiranza lo avevano registrato e lo hanno concesso a titolo gratuito. La convinzione è quella che il marchio in questa occasione sia stato molto rivalutato dopo 56 anni, con la possibilità di proseguire, se tutte le componenti lo gradiranno, anche negli anni futuri con eventuali future edizioni di questa grande avventura che come negli anni ’50 e ’60 ha portato una ventata di frizzantezza vespistica nelle regioni del sud Italia.
Superati tutti gli ostacoli, non da ultimo la Sicilia in zona gialla solo il giorno dopo, e tutti i problemi che non sappiamo essere successi dietro le quinte, alla fine ne è nata una manifestazione che ha avuto il doppio di partecipanti del massimo delle edizioni precedenti, e questo è stato già un successo, sette nazioni rappresentate, la titolazione di Campionato Europeo come prima manifestazione ufficiale dello stesso, un successo sotto tutti i fronti, certificato dai consensi dei partecipanti e degli organizzatori che si sono avvalsi di vari Club sul territorio percorso, per l’organizzazione delle varie tappe e soste.
Il Vespa Club Maddaloni per la partenza, poi i Vespa Club Palermo, Gioia del Colle, Termini Imerese, Villa San Giovanni, Amantera, Cosenza, Corigliano Calabro, Castellaneta, Barletta e Benevento, sperando di non dimenticarne nessuno.
Certo che qualcosa può essere andato male per qualche singolo o per qualche gruppo, ma l’imponente macchina messa in atto, dobbiamo ricordarci che era tutta formata totalmente da volontari, gente che ha usato le proprie ferie per gestire questa manifestazione, gente che ha sacrificato giornate di lavoro, giornate di svago, ed anche giornate con la famiglia per permettere il risveglio di questo “Giro Vespistico dei Tre Mari”, e come non possiamo ringraziare a tutto campo tutte queste componenti che hanno lavorato e come non possiamo sopportare eventuali piccole mancanze, decisamente involontarie a loro attribuite.
Dopo tutte queste premesse dobbiamo necessariamente passare alla cronaca della manifestazione che ha visto la punzonatura dei mezzi e la partenza in uno dei più significativi luoghi del sud Italia, la Reggia di Caserta, dove già dalla mattina del giovedì hanno cominciato ad arrivare gli equipaggi.
Predisposte proprio al centro del piazzale, nei vialetti sterrati, le prove controllate che hanno segnato il via della manifestazione, subito sono emerse delle sorprese in classifica con l’outsider Raffaele Iorio Gnisci del Vespa Club Cosenza a segnare il passo con Valerio Ricceri del Valdelsa al secondo posto, Roberto Orlandini del Montecchio Emilia al terzo e poi via via tutti gli altri con alcuni degli accreditarti possibili vincitori decisamente staccati, ed alcuni anche fuori dalla zona punti. Ricordiamo infatti che la manifestazione era divisa in tappe come sempre era stato anche in passato, in questo caso cinque, tutte a punteggio, sia per i singoli piloti che per le Squadre ed il vincitore il pilota che totalizza più punti, non necessariamente quello che totalizza meno penalità come nella maggior parte delle altre manifestazioni di Regolarità.
Dalla Reggia di Caserta tutti al porto di Napoli per l’imbarco percorrendo i 33 chilometri in più di un’ora a causa del traffico e delle sconnesse strade di Napoli ma stupendo il passaggio dalla caotica città dove tanta era la curiosità per tutte quelle Vespa e dove anche le forze dell’ordine si fermavano a scattare foto alle orde di vespisti. Momento indimenticabile la partenza del traghetto con la vista sul capoluogo partenopeo dopo l’imbrunire e poi l’affiatamento dei vespisti che hanno preso completo possesso dei salotti e ristoranti della nave, poi tutti nelle cabine per le poche ore a disposizione per il riposo.
Prima dell’alba l’attracco a Palermo, raduno dei partecipanti per il Controllo Timbro Orario e poi via verso oriente con gli stupendi paesaggi siciliani, da Termini Imerese a Cefalù fino a Sant’Agata di Militello. Interviste di radio e tv locali, granite e brioche, l’aria è festosa e la stanchezza deve ancora arrivare, dopo sant’Agata ci si rende conto che la strada è ancora molta per raggiungere Tremestieri dove partirà il traghetto alle 16,00 esatte. Le litoranee sono belle e con un buon asfalto, ma quando si devono passare i paesi e le città tutto diventa più difficile e mantenere la media è decisamente complicato, dopo Villafranca Tirrena si sale per i monti Peloritani, la strada con i suoi tornanti in porfido è molto panoramica, la giornata stupenda, si vedono chiaramente le isole Eolie ed anche la Calabria. Diversi concorrenti proseguono per Messina dalla SS 113, nessun problema per il cambio di percorso, ma alcuni arriveranno tardi all’imbarco, la nave non aspetta. Le Vespa vengono imbarcate per prime ed è un colpo d’occhio vedere il traghetto pieno dei loro colori. Si giunge a Reggio Calabria dove i controlli orari sul lungomare Falcomatà sono apprezzati anche dal numeroso pubblico dei passeggiatori che curiosi guardano i vespisti. Si chiude così anche la seconda tappa che vede al primo posto Leonardo Pilati del Rovereto, secondo posto per Raffaele Iorio Gnisci e terzo per Tomas Calzà sempre del Rovereto, con questo risultato Iorio Gnisci si conferma in testa alla classifica parziale a punti e mette decisamente qualche pensiero a tutti che non conoscendolo non sanno esattamente il suo vero potenziale.
Da Reggio Calabria bisogna arrivare a Cosenza in tarda serata, la strada è lunga e la notte incombe, l’arrivo è previsto tra le 23 e le 24, le strade non sono male, ma i chilometri da percorrere sono tanti. Controllo a Timbro a Cannitello dopo aver costeggiato lo stretto, poi via per la stupenda Scilla, poi Palmi, Gioia Tauro, Vibo Valentia e Lamezia Terme, i pensieri vanno ai nostri predecessori, quelli che hanno percorso queste strade nelle prime 12 edizioni di questa manifestazione, audaci piloti senza i quali noi non saremmo ora qui a ripercorrere queste mitiche strade con le nostre piccole due ruote. Si giunge ad Amantea per il timbro e via di corsa, non c’è tempo, è ormai notte fonda, la salita fino al valico per Cosenza è impegnativa e pure la discesa, la notte è fredda e bisogna fermarsi per mettere indumenti supplementari e stare concentrati, sono sempre gli ultimi chilometri di una tappa i più impegnativi e pericolosi a causa del rilassamento e la conseguente perdita di concentrazione.
A Rende si vede subito che molti concorrenti sono in notevole ritardo, partono i Controlli Orari ma molti piloti non sono ancora arrivati, arriveranno anche due o tre ore dopo, direttamente all’Hotel per la cena e pernottamento.
Quando il gioco si fa duro emergono i duri, diceva un detto, al Controllo Orario si classifica primo Maurizio Norbis del Chiari, secondo Matteo Pilati del Rovereto, terzo Riccardo Lombardelli del Macerata, tutti piloti esperti di Audax, dietro incalzano Leonardo Pilati che con questo risultato si porta in testa alla classifica parziale a punti e Gabriele Cagni del Montecchio Emilia, il Campione Europeo uscente.
Da apprezzare moltissimo la partenza mattutina con il solo Controllo a Timbro Orario con tutti i piloti più rilassati e spensierati, da Rende si va a prendere la SS 106 dopo aver timbrato a Corigliano Calabro, un passaggio a livello chiuso ci ricorda che siamo al sud Italia, il trenino passa e via di corsa sulla 106 dove l’alba sullo Ionio accoglie i vespisti che dopo il Tirreno campano, siciliano e calabrese vedono così il secondo mare. Comincia a fare caldo nelle campagne lucane e pugliesi che accolgono il Giro dei Tre Mari, dopo il timbro a Castellaneta il passo per Gioia del Colle è breve. Alla base aereonautica del 36° Stormo si ritrovano tutti i piloti, discorsi delle autorità presenti e foto di gruppo sono apprezzati, il giovane e simpaticissimo Comandante della base apre le danze dei Controlli Orari in Vespa, lo segue il Sindaco di Gioia del Colle, un grande omaggio anche questo alla manifestazione ed allo scooter che ha dato il nome alla nostra Associazione ed ai nostri Club.
Il risultato della tappa vede primo un entusiasta Giambattista Goffi del Coccaglio con 6 penalità totali, 8 ne fa segnare Leonardo Pilati che con questo risultato mette una seria ipoteca sulla vittoria finale, terzo Maurizio Norbis con 9 che risale così la classifica a punti, quarto Valerio Ricceri anche lui in corsa, se non per la vittoria, per un posto sul podio.
La carovana parte per l’ultima tappa, si attraversano le Murge, il tempo minaccia pioggia e la pioggia arriva poco prima di Barletta, le strade diventano come il ghiaccio e ci sono pozzanghere enormi, il nubifragio fa rallentare i piloti ma è solo per poco, dopo Barletta si prende la SS 90 per Napoli, ormai si vede la fine della maratona ma ci sono ancora quasi 200 chilometri e non facili. La SS 90 si sdoppia nella 90 bis prima di Ariano Irpino e si va verso Benevento, il forte vento contrario mette in difficoltà i provati vespisti ed i loro mezzi, il sole all’orizzonte abbaglia i loro occhi. La notte incalza e le strade della Campania con il loro traffico del sabato sera non fanno prospettare grandi avanzi di tempo, le medie sono invece calcolate bene e tutti giungono nei tempi previsti per l’ultimo Controllo Orario di Maddaloni sul Corso I° Ottobre.
Le piastre sconnesse, il lungo No-Stop, la stanchezza e la notte mettono qualche difficoltà in più, alla fine Leonardo Pilati vince la tappa davanti a Roberto Orlandini e Nicola Giacomini, quarto Matteo Pilati e quinto Valerio Ricceri.
Tutti a mangiare la pizza napoletana mentre si fanno le somme dei punti per capire la classifica finale, ormai è chiaro che Leonardo Pilati è il vincitore del 13° Giro dei Tre Mari, la sua enorme esperienza, assieme a quella dose di fortuna che non guasta mai lo ha portato ad essere l’unico pilota nella storia ad aver vinto sia la “1000 km” che il “Giro dei Tre Mari”. Al posto d’onore troviamo un ottimo Valerio Ricceri che con i suoi piazzamenti mette dietro per due punti Roberto Orlandini, due piloti che meritano questo grande risultato per la loro tenacia, unita alla umiltà d’animo che li contraddistingue, per entrambi questo risultato è certamente il raccogliere i frutti del lavoro svolto, e dei conseguenti sacrifici profusi per ottenerlo. Una nota di merito per Orlandini essere stato l’unico pilota assieme a Pilati ad andare a punti in tutte le cinque tappe.
Al quarto posto si classifica Maurizio Norbis soddisfatto comunque della vittoria di tappa conseguita, al quinto Raffaele Iorio Gnisci che nelle ultime tre tappe ha pagato con l’emozione la poca esperienza in questo tipo di manifestazione.
Nelle categorie previste dal programma troviamo ai primi posti nella Faro Basso Tomas Calzà, secondo Maurizio Norbis e terzo Davide Palini; nella Vintage primo Valerio Ricceri, secondo Gabriele Mafezzoni e terzo Gianbattista Goffi; nella Automatiche, ottima doppietta del Vespa Club Merano con al primo posto Paolo Laganà ed al secondo Thomas Seebacher, terzo posto per Alberto Menciassi del Pisa.
La classifica per stranieri vede al primo posto il lussemburghese David Degering, al secondo posto il tedesco Arndt Winter ed al terzo posto l’austriaco Andreas Bugiel.
La classifica Europea per Club vede Campione Europeo il Vespa Club Rovereto davanti al Vespa Club Montecchio Emilia ed al Vespa Club Chiari.
La classifica Europea per Nazioni vede al primo posto l’Italia, al secondo l’Austria ed al terzo la Germania.