Ringraziamo Giuseppe Cau per permetterci di pubblicare questa testimonianza delle sue partecipazioni al “Giro Vespistico dei Tre Mari” quando questo era veramente una manifestazione molto sentita che faceva perfino uscire le scolaresche dalle classi al suo passaggio.
“Come molti di voi sapranno, nel 2021 tornerà a disputarsi il Giro Vespistico dei Tre Mari, organizzato dagli amici del Vespa Club Reggio Calabria. Una manifestazione che ha segnato la storia del vespismo italiano negli anni Cinquanta e Sessanta, fondamentale per la propaganda e la diffusione di Vespa nel Meridione, fortemente voluta dal Presidente del Vespa Club d’Italia di allora, Renato Tassinari. A quella corsa ho partecipato tante volte in qualità di assistente tecnico inviato da Piaggio assieme a numerosi miei colleghi (da Vivaldi a Chiarugi, da Fassorra a Granchi, Galiberti e Mazzanti), viaggiando per migliaia di chilometri sulle assolate strade del sud Italia e avendo l’occasione di poter visitare luoghi bellissimi e godere della meravigliosa accoglienza della calda gente di Sicilia, Calabria, Puglia, Campania.
La prima edizione fu nel 1953, e tranne che nel 1960 - per lasciare spazio organizzativo all’Eurovespa di Roma, che si tenne in coincidenza delle Olimpiadi - il “Tre Mari” andò avanti fino al 1965: per me rappresentava un appuntamento fisso, tanto che fui presente a nove edizioni sulle dodici disputate. Naturalmente il nostro compito era quello di lavorare e non pensare certo alla classifica, tanto che quasi sempre arrivavamo nelle ultime posizioni con cifre di penalità enormi: durante le varie tappe e nelle soste dovevamo solamente seguire i concorrenti per assolvere alle varie necessità tecniche e alle riparazioni dei guasti, e se giungevamo ai vari traguardi con decine di minuti di ritardo… pazienza. Si lavorava di giorno e anche di notte: una volta terminata la tappa ci mettevamo a disposizione di tutti quelli che ci chiedevano un intervento sulla loro Vespa, e tra grandi e piccole manutenzioni, un caffè e una barzelletta si superava sempre la mezzanotte.
Strinsi una grande amicizia con moltissimi di loro: ricordo con particolare affetto il gigante di Alessandria, Walter Colombini, un omone di quasi due metri per centoventi chili, talmente grande e grosso che tutti si domandavano come facesse la Vespa a reggerne il peso e a viaggiare ugualmente. Con lui scherzavamo divertendoci come matti, giocando a prenderci in braccio l’un l’altro.
In vista della nuova edizione del Giro dei Tre Mari, voglio fare un grande augurio agli organizzatori di Reggio Calabria, città alla quale mi legano tanti ricordi con numerosi amici anche in tempi recenti.”
Giuseppe Cau